Nel primo ciclo del 2012, il peso della paura e dell'incertezza che domina la scena politica ed economica europea e italiana ci hanno convinto a insistere nella discussione intorno a grandi concetti quali la moneta, il futuro dell'eurozona, quali risorse possono offrire le riforme o quali bisogni restano inascoltati nella mitologia che si affida univocamente al "libero" e "privato"; che non vuol dire né più libertà né più democrazia né più benessere.
Sono problemi che ci toccano quotidianamente, che insidiano il presente o il futuro, ridefiniscono la stessa identità individuale e collettiva, ma nelle ipotesi sempre più probabili che globalizzazione possa voler dire anzitutto coabitazione della terra, condivisione della diversità, certezza che a breve la popolazione umana sarà profondamente mutata nei suoi rapporti di forza, nei bisogni, nelle aspettative, è meglio predisporsi a capire subito e meglio che la famosa e temuta o sbandierata diversità è invece un concetto relativo, che razza è solo una triste invenzione/mistificazione del passato, che la demografia come l'antropologia o la genetica ci devono insegnare altro: capire la biodiversitá come ricchezza, ripercorrendo all'indietro un lungo cammino che può aprirci al futuro.
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La scelta della sede nel complesso di San Cristo è da questo punto di vista un valore aggiunto perché, oltre alla straordinaria bellezza, della chiesa come del refettorio affrescato dal Romanino, qui è ospitata la Libreria dei popoli, un'insegna che allude al bisogno di sapere che preesiste ad ogni diritto/dovere di rispetto e accoglienza, per dare alla "città" in cui viviamo la dimensione di comunità intelligente e aperta. |