L'ultimo ciclo del 2011, "Crisi e distruzione del lavoro. Come uscirne? "ha avuto un successo superiore alle migliori aspettative sia per la qualità dei relatori (Sergio Bologna, Enzo Rullani, Loretta Napoleoni, Guido Viale) sia per l'oggettivo bisogno avvertito da tutti noi di saperne di più, di entrare più a fondo nel merito dei problemi, di seguire con maggiore lucidità non solo ciò che sta avvenendo, ma ciò che si sta preparando. Nel bene e nel male. Nel triangolo tra economia finanza e lavoro sembra quest'ultimo ad essere l'elemento quasi "virtuale", anche se tocca direttamente l'esistenza individuale e collettiva, e tanto più la responsabilità di chi governa, di chi detiene le fila del potere, di chi dovrebbe progettare il futuro. Al centro, materiale e immateriale, sta la moneta, nel suo valore reale e simbolico, su cui si stanno giocando molte partite, non solo quelle che toccano la "ricchezza delle nazioni".
Anche nell'attività di quest'anno resta dunque ferma la prima indicazione di metodo da cui è nata l'associazione Ripensare il mondo: un verbo che allude al bisogno di interrogarci a tutto campo, i margini della labilità e dell'incertezza sono sempre più ampi, impossibile sottrarci al primo compito, il "buon uso del mondo" – mondo che non è nostro, l'abbiamo solo in uso. |
La scelta della sede nel complesso di San Cristo è da questo punto di vista un valore aggiunto perché, oltre alla straordinaria bellezza, della chiesa come del refettorio affrescato dal Romanino, qui è ospitata la Libreria dei popoli, un'insegna che allude al bisogno di sapere che preesiste ad ogni diritto/dovere di rispetto e accoglienza, per dare alla "città" in cui viviamo la dimensione di comunità intelligente e aperta. |