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5 maggio 2014: Ripensare l'Europa
 
Nono ciclo di incontri
15 novembre 2013
29 novembre 2013
6 dicembre 2013
13 dicembre 2013
vedi ciclo
 
Ottavo ciclo di incontri
21 febbraio 2013
15 marzo 2013
12 aprile 2013
10 maggio 2013
vedi ciclo
 
Settimo ciclo di incontri
15 novembre 2012
5 dicembre 2012
20 dicembre 2012
vedi ciclo
 
11 ottobre 2012: per Ivan della Mea
 
Sesto ciclo di incontri
13 aprile 2012
20 aprile 2012
27 aprile 2012
2 maggio 2012
vedi ciclo
 
Quinto ciclo di incontri
9 marzo 2012
16 marzo 2012
30 marzo 2012
vedi ciclo
 
Quarto ciclo di incontri
20 gennaio 2012
27 gennaio 2012
3 febbraio 2012
10 febbraio 2012
17 febbraio 2012
vedi ciclo
 
Terzo ciclo di incontri:
21 ottobre 2011
4 novembre 2011
11 novembre 2011
25 novembre 2011
vedi ciclo
 
14 ottobre 2011: per Gigi
 
28 settembre 2011
 
Cicli in preparazione
 
Chiusura prima stagione:
26 maggio 2011
 
Secondo ciclo di incontri:
11 marzo 2011
25 marzo 2011
1 aprile 2011
8 aprile 2011
15 aprile 2011
vedi ciclo
 
Primo ciclo di incontri:
14 gennaio 2011
21 gennaio 2011
28 gennaio 2011
4 febbraio 2011
11 febbraio 2011
vedi ciclo
 
 
 
 
 
È solo una stolida arroganza quella che fa pensare che “la cultura non si mangia” o che non dia da mangiare. Se si pensa solo alle schiere di maestri e artigiani che hanno lavorato in Italia e hanno portato in tutto il mondo occidentale e orientale (Pietroburgo docet) per secoli e secoli l’arte italiana, in tutte le sue forme e declinazioni, si conclude che vale invece l’esatto contrario: e se non vale, o non vale più, qualcosa si è inceppato nei meccanismi di produzione e fruizione, pur negli inevitabili mutamenti che committenza e pubblico hanno subito nell’epoca contemporanea. Si tratta di investire, di mettere a frutto, di chiamare a raccolta le risorse di intelligenze di creatività. Di interrogarsi sulle funzioni di un volontariato e sulle negatività del precariato e dello sfruttamento; sull’importanza di dare e chiedere competenza. Non occorrono miliardi per farlo. Soprattutto si deve capire quanto alla dimensione comunitaria della città una vita civile e culturalmente degna di questo nome è in grado di dare nuova, continua, ricchezza. Che la tolga dal torpore provinciale in cui sta lentamente sprofondando.
Anche nell’attività di quest’anno resta dunque ferma la prima indicazione di metodo da cui è nata l’associazione Ripensare il mondo: un verbo che allude al bisogno di interrogarci a tutto campo, i margini della labilità e dell’incertezza sono sempre più ampi, impossibile sottrarci al primo compito, il “buon uso del mondo” che parta dal valore dato e condiviso della bellezza.
 

Per raggiungere il complesso di San Cristo (in cortile ampio parcheggio) si entra da piazza Tebaldo Brusato, via Cattaneo, svoltando a destra in via Veronica Gambara e salendo fino alla Chiesa di San Cristo, dei missionari saveriani.

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